Come già osservato da Aristotele nel IV secolo a.C., noi siamo animali sociali, desideriamo essere in relazione con gli altri ed essere giudicati bene. Attraverso l’interazione sociale si sviluppa il concetto di sé.
In altra parole, osservando ed elaborando il modo in cui gli altri ci percepiscono, ci costruiamo, nel corso del tempo, l’immagine che abbiamo di noi stessi. Il concetto di sé contiene le specifiche convinzioni in base alle quali definiamo noi stessi (ad esempio, l’essere intelligenti, simpatici, così come essere dei bravi musicisti, talentuosi cantanti, bravi compositori, etc.); tutte queste informazioni influenzano il modo in cui percepiamo e valutiamo noi stessi e gli altri.
Tra i principali fattori che determinano il concetto di sé vi sono: i successi, i fallimenti e i giudizi degli altri.
Il modo in cui le persone pensano di essere percepite dagli altri viene utilizzato come una sorta di specchio per percepire sé stessi (Cooley, 1902)
Il giudizio degli altri, il sé reale e il sé ideale
Il giudizio degli altri viene trasmesso sotto forma di feedback, ossia attraverso un’informazione di origine esterna da sé che fornisce elementi circa sé stessi, in relazione agli esiti di un proprio comportamento, delle proprie azioni o della propria performance e può essere sia positivo che negativo.
Le persone, appena ricevono un feedback, lo classificano come favorevole o sfavorevole e lo confrontano con la considerazione che hanno di sé (sé reale). Se da questo processo ne scaturisce una discrepanza tra l’opinione che hanno di sé stesse e la persona che pensano dovrebbero essere o che vorrebbero essere (sé ideale), cercano di ridurre tale discrepanza mettendo in atto molteplici possibili strategie per cercare di proteggere, mantenere o incrementare l’immagine ed il concetto che hanno di sé stesse. Ciò avviene solamente quando il feedback riguarda un dominio importante per la persona, un aspetto importante per la considerazione che la persona ha di sé; ad esempio il giudizio degli altri circa una propria canzone per un cantautore o l’esecuzione di un brano da parte di un musicista.
Quando riceviamo un feedback positivo, quindi, otteniamo un’approvazione dall’ambiente sociale. Ciò incrementa la nostra autostima, la percezione delle nostre abilità e il senso di autoefficacia, ossia la consapevolezza di possedere determinate capacità atte a raggiungere un obiettivo che ci siamo prefissati. Inoltre, aumenta la nostra motivazione intrinseca, incidendo sul nostro impegno e la nostra perseveranza e favorendo una maggiore probabilità di successo in performance future.
Infatti, il sentimento di efficacia del Sé è una condizione necessaria per promuovere comportamenti finalizzati al conseguimento di uno scopo.
Le persone con un alto senso di autoefficacia sono maggiormente motivate a persistere nonostante gli ostacoli, sono coinvolte più attivamente e si impegnano più duramente e più a lungo verso ciò che per loro è un obiettivo rilevante. Inoltre, uno studio condotto da Schneider e Chesky nel 2011 mostra come il supporto sociale percepito sia significativamente correlato all’ansia da prestazione: coloro che percepiscono un maggior supporto sociale riferiscono di provare ansia con minor frequenza e di percepire uno scarso impatto di quest’ultima sulle proprie capacità di esibirsi, con una conseguente maggior sicurezza al momento della performance.
Il feedback in ambito musicale
Il ruolo del feedback in ambito musicale, oltre a quanto appena descritto, è particolarmente importante in quanto spesso l’obiettivo ultimo al quale aspirano musicisti, cantanti e addetti al settore è proprio quello di raggiungere il maggior numero di persone possibile con le proprie canzoni e il prodotto del proprio lavoro.
A tal proposito, alcune ricerche (Egermann, Kopiez e Altenmuller, 2013; Salganik, Dodds e Watts, 2006) hanno analizzato l’andamento del mercato di diverse piattaforme di streaming e download musicale che consentono di ascoltare, scaricare e discutere di musica online. Tali ricerche mostrano come le canzoni più popolari in classifica – intese come quelle con un maggior numero di feedback positivi – siano i brani maggiormente scaricati, suggerendo una scelta basata non tanto sulla “qualità” della musica, quanto sul comportamento della massa.
Nonostante vi siano ad oggi pochi studi che si sono occupati di dare una spiegazione a tale trend, la psicologia sociale ci consente di avanzare alcune ipotesi: la prima evidenzia una tendenza a conformarsi ai giudizi altrui qualora si abbiano scarse informazioni sulle quali basare il proprio personale giudizio (ciò è particolarmente significativo quando il brano ascoltato è sconosciuto); la seconda riguarda l’influenza normativa che si verifica quando le persone seguono le norme di gruppo per essere incluse in esso; in tal senso diversi studi (North, & Hargreaves, 1996; Shepherd e Sigg, 2015; Tekman e Hortacsu, 2002) hanno rilevato come una delle principali caratteristiche della musica sia proprio quella di agevolare la condivisione ed il sentimento di appartenenza sociale.
Infine, è importante sottolineare come anche i feedback negativi possano essere utili per perseguire il successo in ambito musicale, in quanto consentono di implementare le proprie abilità ed incentivano al miglioramento della propria performance.
Tali feedback vengono, pertanto, definiti “costruttivi” poiché non forniscono un giudizio negativo statico e globale dell’esecuzione (ad esempio, “Non mi piace, lo stai facendo male”), bensì consentono di identificare correttamente l’errore e conseguentemente di pianificare nuove strategie per raggiungere l’obiettivo desiderato. Ciò è stato evidenziato in molteplici ricerche svolte in accademie musicali, conservatori e altre realtà in cui viene insegnata musica (Duke e Henninger, 1998; Nogaj e Ossowski, 2015; Schafer et al., 2016; Sichivitsa, 2007).
È necessario, però, che tali feedback abbiano determinate caratteristiche:
- devono essere specifici (ad esempio, “Il fa# era un po’ crescente”)
- è meglio che siano immediati e non forniti a distanza di tempo
- devono comprendere un aspetto positivo in modo da rafforzare una specifica capacità o comportamento che rimane (nonostante l’errore, che verrà esplicitato in seguito) valido
- presentano l’errore come opportunità per migliorare nell’esecuzione successiva (ad esempio, “Prova di nuovo e prova a tenere meglio il tempo”).
Tutti gli aspetti sovra elencati concorrono nel rendere i feedback negativi (al pari di quelli positivi) utili nel migliorare la performance e la motivazione nell’impegnarsi in esecuzioni future.
Bibliografia
- Cooley, C.H. (1902). Human nature and the social order, Charles Scribner & Sons, N.Y.
- Duke, R.A., & Henninger, J. C. (1998). Effects of verbal corrections on student attitude and performance. Journal of Research in Music Education, 46, 482-495.
- Egermann, H., Kopiez, R., & Altenmuller, E. (2013). The influence of Social Normative and Informational Feedback on Musically Induced Emotions in an Online Music Listening Setting. Psychomusicology: Music, Mind and Brain, 1, 21-32.
- Nogaj, A. A., & Ossowski, R. (2015). Social support as a mediator for student achievement. Polish Psychological Bulletin, 46 (2), 300-308.
- North, A. C., & Hargreaves, D. J. (1999). Music and Adolescent Identity. Music education research, 1, 75-92.
- Palmonari, A., Cavazza, N., & Rubini, M. (2012). Psicologia sociale. Il mulino.
- Salganik, M. J., Dodds, P. S., & Watts, D. J. (2006). Experimental study of inequality and unpredictability in an artificial cultural market. Science, 311, 854–856.
- Schäfer T, Auerswald F, Bajorat IK, Ergemlidze N, Frille K, Gehrigk J, Gusakova A, Kaiser B, Pätzold RA, Sanahuja A, Sari S, Schramm A, Walter C, Wilker T (2016) The effect of social feedback on music preference. Musicae Sci, 20(2), 263–268.
- Schneider, E., & Chesky, K. (2011). Social support and performance anxiety of college music students. Medical problems of Performing Artists, 26(3), 157–163.
- Shepherd, D., & Sigg, N. (2015). Music Preference, Social Identity, and Self-Esteem. Music Perception, 32(5), 507-514.
- Sichivitsa, V. O. (2007). Influences of parents, teachers, peers and other factors on students’ motivation in music. Research Studies in Music Education, 29, 55-68.
- Tekman, H.G., & Hortacsu, N. (2002). Music and Social Identity: stylistic identification as a response to musical style. International Journal of Psychology, 37, 277-285.
- Biasci, A. (2017). Il feedback negativo o “feedback di miglioramento”. https://www.leadershipmanagementmagazine.com/articoli/feedback-negativo-feedback-miglioramento/
di Giulia Masetti